San Massimiliano e Giornata Solidarietà. Una settimana “giovane”

Facebooktwittermail

Servizio, nonviolenza, cittadinanza e pace nel tempo dell’intelligenza artificiale. Sono state le parole che, l’11 e il 12 Marzo 2024, hanno accompagnato ragazze e ragazzi del “Campobase don Piero Tubino” della Caritas Diocesana di Genova al XVIII Incontro Nazionale dei giovani impegnati nel Servizio Civile presso gli enti del TESC (Tavolo ecclesiale sul servizio civile), che si è tenuto a Scampia, Napoli.

L’incontro nazionale si svolge ogni anno il 12 Marzo perché è il giorno della memoria liturgica di San Massimiliano di Tebessa, giovane martire cristiano, morto nel 295 d.C. per essersi rifiutato di prestare servizio militare nell’esercito romano. Una figura che, per l’ambito ecclesiale, ha sempre espresso la radice evangelica dell’obiezione di coscienza, una scelta compresa – come noto – solo dopo molte resistenze da parte dello stato e nella chiesa stessa ma che, con il passare dei decenni, ha portato a maturazione tutta la società fino a dar luogo al Servizio Civile Universale.

Per i “campobasisti” – giovani di ieri e di oggi che partecipano alla vita del Campobase – San Massimiliano rappresenta l’occasione per confrontarsi con i valori di partenza, condividerli con ragazzi da tutta Italia, verificarli in un mondo che cambia vorticosamente.

Il tema al centro di quest’anno, pace e intelligenza artificiale, è stato quanto mai espressivo di questa esigenza: restare saldi nella scelta di servizio, nonviolenza, cittadinanza e pace ma capaci di leggere e intepretare il presente, la realtà virtuale, le nuove forme di comunicazione e relazione digitali, l’irrompere di quell’intelligenza delle macchine che propone incredibili sviluppi e forti problematiche, specie in un mondo attraversato da guerre sempre più grandi.

“Ci ha colpito vedere come tanti giovani si impegnino per domandarsi quale possa essere il loro posto nella vita e come agire insieme per il bene comune” dicono i ragazzi genovesi di ritorno da questo viaggio che, come sempre accade, ha restituito la sorpresa e la forza di toccare con mano un mondo davvero migliore e quel desiderio condiviso di spendersi per gli altri. 

Un mondo per cui si è battuto ed è morto don Peppe Diana, ucciso dalla camorra mentre si apprestava a celebrare messa il 19 marzo 1994, 30 anni fa. Proprio nella parrocchia di don Peppe, a Casal di Principe (Caserta), hanno fatto tappa i giovani alla vigilia dell’incontro nazionale, l’11 Marzo.

“È stato davvero importante ascoltare le testimonianze del più caro amico di don Peppe, il sindaco di Casal di Principe Renato Natale, e del parroco che lo ha sostituito – commentano i ragazzi – ma soprattutto incontrare una popolazione che ha saputo creare reti e occasioni di incontro a partire da un uomo il cui esempio ha fruttificato ben oltre la sua tragica scomparsa.”

Forse ciò che resta di più della due giorni del Campobase in Campania sta proprio nell’incontro con questi luoghi, Casal di Principe e Scampia, con i testimoni e i profeti di quei territori così profondamente segnati dalle mafie ma anche così caparbiamente trasformati dall’impegno della loro gente

LE ESPERIENZE DELLA GIORNATA DIOCESANA DELLA SOLIDARIETA’

L’incontro con esperienze, realtà e persone che operano con i poveri, per la pace e per stili di vita sostenibili e solidali è stato al centro anche della vigilia della Giornata Diocesana della Solidarietà, sabato 16 marzo, sempre promossa dal Campobase della Caritas insieme alla Pastorale Giovanile, che ha coinvolto campobasisti, comunitari, seminaristi e molti altri gruppi.

Come da tradizione, la vigilia della Giornata ha proposto a gruppi giovani occasioni di conoscenza con realtà del territorio, ecclesiali e non, che agiscono in città per il bene comune, l’inclusione, la promozione integrale della persona umana

“Abbiamo vissuto una settimana davvero ricca insieme ai giovani - commenta Giuseppe Armas, direttore della Caritas Diocesana, che ha condiviso con loro il viaggio in Campania e la vigilia della Giornata della Solidarietà, insieme ai responsabili del Campobase e a don Tommaso Danovaro, vice rettore del Seminario -. Sono esperienze che ci confermano la bellezza e l’urgenza di lavorare insieme, giovani e adulti, per trasmettere il patrimonio di bene che a nostra volta abbiamo ricevuto e che solo la rigenerazione di comunità vive e le scelte quotidiane di ognuno di noi possono davvero preservare.

Come anticipato, con la Giornata della Solidarietà abbiamo tenuto insieme tre sguardi, rivolti ai poveri, ai giovani e alle guerre, perché solo con una visione globale si possono intravvedere ed affrontare le cause della povertà e dell’ingiustizia. Siamo davvero grati a queste ragazze e a questi ragazzi che ci aiutano a portare lo sguardo oltre noi stessi.”