Natale 2024. Un bimbo nelle nostre mani

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di Giuseppe Armas
direttore

Questo “Tempo di Natale” è particolarmente difficile per molti.

Dal Rapporto sulla povertà che, come Caritas, abbiamo diffuso a novembre, sappiamo che nel 2023 5.500 persone, italiane e straniere, singoli e famiglie, si sono rivolte ai Centri di Ascolto vicariali e ad altri servizi, mense, unità di strada, ascolti diffusi. Tra queste, circa 1.000 persone senza dimora sono state ascoltate e accompagnate dal nostro Sportello di Accoglienza presso il Centro Banchi. Sappiamo inoltre che, anche a Genova, 1 bambino su 5 vive in povertà assoluta.

La Giornata Mondiale dei Poveri – 17 Novembre – ci ricorda ogni anno che saremo giudicati sulla carità. Significa entrare in relazione con i poveri, alleviare le sofferenze ma anche promuoverne la cittadinanza. Per questo, insieme con tre grandi realtà della nostra diocesi, per la Giornata Mondiale abbiamo ribadito che “L’assenza di diritti genera povertà” con una lettera aperta alla città e un incontro pubblico di cui trovate testo e traccia sul nostro sito. Non basta dare risposte materiali, bisogna riconoscere i poveri come depositari di diritti – Terra, Casa, Lavoro – spesso scritti sulla carta ma non applicati.

Una parte del mondo continua a bruciare vita e speranza anche in questo Tempo di Natale.

Ogni giorno ricevo le immagini dei corpi dei bambini – ancora una volta bambini! – che vengono uccisi dai bombardamenti a Gaza. La guerra in Ucraina non trova soluzione. In molte parti dell’Africa si muore di stenti, di migrazioni, di sfruttamento: ad agosto, i giovani di Young Caritas Genova sono stati in Congo, insieme al gruppo genovese di Luci sul Kivu, per un campo di servizio e per comprendere più da vicino questa terra ricca e depredata.

A tutti questi poveri, di Genova e del mondo, non apparterrà il Natale a cui siamo abituati, condiviso con parenti o amici, il consueto scambio di regali e degli auguri per rinnovare gli affetti che ci legano e ci sostengono. Ma Natale non è questo. Natale è porre al centro dell’attenzione, in spirito di fraterna solidarietà, le persone che vivono queste sofferenze.

Come Cristiani ci sentiamo interpellati affinché l’attesa e la nascita di Gesù, e poi la Sua sequela come discepoli, si traduca in scelte di vita quotidiana che accoglie, integra e promuove ogni essere umano.

Gesù che predilige i “poveri” ci dona la forza e ci invita ad essere immagine della Sua presenza nella storia, rinnovando il modo di pensare e di agire: non da soli, però, ma insieme, come  comunità.

Compito della Caritas, infatti, è educare la comunità ad una carità che non sia elemosina ma assunzione di responsabilità; è favorire la messa in rete di risorse, ecclesiali e sociali, perché i poveri appartengano ad un territorio, ad una comunità, ad una città che si fanno carico in modo corale.

Come Caritas, sono diversi i progetti pensati in quest’ottica, da sostenere con donazioni e/o volontariato: lo Sportello di Accoglienza, l’Emergenza Abitativa, l’Emergenza Freddo, le Scuole di Italiano per adulti stranieri, il diritto allo studio dei bambini con “Tutti in classe” e altro ancora.

Guerre, povertà, miserie, ingiustizie. Cosa resta al Natale? Nella prima Domenica di Avvento, la liturgia ci ha ricordato le parole di Gesù: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina” (Lc 21,28).

Gesù ha un altro sguardo sulla realtà: chiede di farci cambiamento. Date voi stessi da mangiare. Natale mette un bambino nelle nostre mani. Un semplice bambino. Sta a noi averne cura.

Auguri di un Santo Natale del Signore Gesù.