di Giuseppe Armas
direttore Caritas Diocesana di Genova
Insieme alla Fondazione Auxilium e agli enti che fanno parte della Rete Auxilium abbiamo scelto di accompagnare gli auguri di Natale con l’immagine che vedete.
Raffigura la Natività all’angolo di una strada dei nostri giorni. Alcuni passanti si fermano, forse qualcuno getta solo uno sguardo; la persona seduta sul selciato, invece, contempla. La sua condizione è di povertà e la sua dignità è la stessa del Figlio dell’uomo e Figlio di Dio, che viene al mondo in un luogo emarginato.
Non vogliamo tracciare un ritratto edulcorato della povertà: chi vive emarginazione, esclusione, mancanza di prospettive, di relazioni e opportunità, chi non ha famiglia, casa, reddito, reti di protezione sociale patisce una dura condizione di vita.
La recente morte in strada del Sig. Seydou Diallo, che aveva avuto una vita comune a tanti per poi concluderla su una panchina, dopo un paio di anni in strada, ci ammonisce dal guardare alla povertà come ad una condizione ammissibile. E così anche le richieste di aiuto di migliaia di persone e famiglie in difficoltà che si rivolgono ai Centri di Ascolto Vicariali.
Eppure, proprio Gesù che nasce ci chiede di diventare poveri. E papa Francesco ogni anno, il 19 novembre, ci invita a ‘non distogliere lo sguardo dai poveri’ per imparare da lui, da lei.
Gesù ci spinge a non confidare sulle nostre sicurezze materiali, a condividere le nostre sostanze con chi non ne ha, ad aprire le mani e lo spirito alla povertà di tanti fratelli e sorelle. Così lo spirito, povero, sarà beato e contemplerà il Padre.
L’esperienza della povertà e la relazione con i poveri possono cambiare lo sguardo se accogliamo Gesù che nasce, se lo “vediamo” quando “guardiamo” gli angoli delle nostre strade. In questo senso vi invito a rivedere le testimonianze genovesi che abbiamo raccolto in un breve video – intitolato appunto “Cosa vedo quando guardo” – che abbiamo girato per la Giornata Mondiale dei Poveri 2023.
A tutti l’augurio di saper dismettere le nostre ricchezze, di devolverle gli uni agli altri per costruire comunità che si aprano ai poveri. Delle une e degli altri abbiamo assoluto bisogno. L’angelo potrà ripetere anche a noi: “Vi annuncio una grande gioia!”