di Valeria Garrè
YoungCaritas Genova
C’è un Crocifisso a Molfetta, in Puglia, nella sagrestia del Duomo. Accanto ad esso, un cartellino, scritto con il pennarello, recita: “Collocazione provvisoria”. La statua, messa lì anni prima, era stata infatti posta in quella stanza solo provvisoriamente. Eppure proprio la sua provvisorietà richiamava a un’altra provvisorietà, molto più grande e toccante la vita umana, quella della sofferenza e del dolore, la provvisorietà della croce. Con questa immagine si apre il nostro viaggio in Puglia, alla scoperta della Caritas diocesana di Molfetta - Ruvo - Giovinazzo - Terlizzi.
Nell’ambito delle attività promosse da YoungCaritas Genova sei giovani, tra cui due della Caritas di Savona, hanno trascorso una settimana sulle tracce di Don Tonino Bello, visitando la sua terra e conoscendo opere e realtà da lui stesse fondate. Ad accompagnarli nel cammino, i giovani e volontari della Caritas diocesana del luogo..
Così tra un cammino di diversi chilometri a piedi in mezzo a ulivi secolari, visite a cittadine, realtà sociali e comunità, testimonianze di amici e ragazzi che avevano conosciuto questo vescovo vicino alla gente, ci si è interrogati sul senso della guerra, sul bisogno di farsi sentire vicini a chi soffre, anche quando umanamente non si può far molto con gesti concreti. Ci si è ricordati che una persona è una persona, non il suo problema, la sua povertà, la sua dipendenza o i suoi errori. ci si è lasciati interrogare dal bisogno di essere presenti di fronte a conflitti e guerre, avendo il coraggio di camminare e portare un messaggio di pace. Ci siamo fermati e abbiamo lasciato che le dinamiche del fare e del risolvere per un momento si interrompessero, prendendoci il tempo di ragionare, stare e domandare.
Tra i tanti incontri, unici e ricchi, ognuno in modo differente, siamo stati accolti fraternamente dalla Comunità Francescana di Betania, Comunità di religiosi francescani a Terlizzi, che ci ha aperto la propria casa, facendoci sentire a nostra volta a casa e facenti parte della comunità. Abbiamo ragionato sulla legalità, su come questo tema si intrecci con la povertà e sia ad esso connesso, e sul senso delle carceri oggi. Ci si è domandati se nel nostro piccolo, come attori attenti al prossimo nel sociale, si possa rompere la catena di povertà e facilità a cadere nella delinquenza.
È stato importante avere dei momenti di incontro e di confronto con i ragazzi del luogo della Caritas. Ci si è interrogati insieme su cosa vogliamo noi per il nostro territorio, su cosa desiderano loro per le città in cui vivono, che sfide condividiamo e su come si potrebbe muoversi diversamente e insieme.
Grazie a loro, così come grazie ai diversi operatori e volontari che ci hanno accolti, abbiamo potuto incontrare un’altra Caritas e sentirci accompagnati.