Affidarsi alla buona volontà o alla grazia?

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di don Marino Poggi
Direttore Caritas Diocesana

Al primo sguardo l’umanità di oggi, che tutti condividiamo, sembra essere carente di uomini e donne di buona volontà per cui spesso, da parte di educatori e governanti, si ascolta l’invito a “impegnarsi” maggiormente. È questo il rimedio alla fragilità diffusa e di conseguenza alla mancanza di rapporti significativi e di serietà di decisioni? È giusto affidarsi alla “buona volontà”?

La volontà è una forza orientata al bene dopo che, con un sano discernimento, si è individuato il bene “vero”. Ecco il punto: quando possiamo essere certi che ciò che stiamo volendo è sicuramente buono? Quante guerre sono esplose nel tentativo di raggiungere un bene, proclamato come tale, ma fondato sulla realizzazione sperata di evidenti egoismi! Il “bene” non è semplicemente la realizzazione di un sogno né tantomeno di un egoismo: quante illusioni o ancora peggio quante bugie hanno tormentato il mondo! È importante una sana diffidenza nei confronti di promesse di ogni tipo, che fanno leva sulle nostre paure, le nostre debolezze e persino sulle nostre pretese di false e ingiuste sicurezze. Quanta gente sventola bandiere e cerca consenso!

Oggi, al contrario e come sempre, abbiamo bisogno di persone semplici, umili, fedeli, capaci di non mettersi al centro. Gesù ha detto: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore”. Il dato di partenza, allora, non può essere l’”impegno”, la buona volontà o l’affidamento alla verità proclamata ma “il riconoscimento sincero, sofferto e orante dei nostri limiti”, come scrive Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica ‘Gaudete et Exsultate’, per permettere “alla grazia di agire meglio in noi”. Dobbiamo lasciare a Dio lo “spazio per provocare quel bene possibile che si integra in un cammino sincero e reale di crescita” (cfr. par. 50).

L’affidamento a cui l’uomo è invitato parte dalla propria debolezza riconosciuta e non disprezzata come nemica, ma considerata il terreno sul quale far crescere relazioni vere, che permettono di scoprire la volontà di Dio, l’unica che non tradisce né divide da sé e dagli altri.

CN 225 /2018