Il quadro della povertà rilevata dai 34 Centri di Ascolto Vicariali della Diocesi di Genova

Povertà a Genova. I dati 2022 di Caritas Genova

Oltre 4.800 persone ascoltate, di cui 900 per la prima volta

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4.839 persone ascoltate nel 2022, con una diminuzione del 13% rispetto all’anno precedente. 903 persone incontrate per la prima volta, 3.236 aiutate anche economicamente con un esborso medio di 315 euro

Sono i macro-dati della povertà incontrata nel 2022 dai 34 Centri di Ascolto Vicariali della Diocesi di Genova, nei quali operano quasi 500 volontari di cui circa 350 dedicati all’ascolto e gli altri al lavoro di segreteria, contabilità, accompagnamento.

“È utile ricordare che i Centri di Ascolto non sono solo centri di erogazione di beni e servizi – commenta Giuseppe Armas, direttore della Caritas Diocesana di Genova –  ma luoghi dove le persone possono essere ascoltate e sostenute nella loro difficoltà e non necessariamente l’aiuto si traduce in intervento economico: spesso è la conoscenza dei propri diritti, la segnalazione di servizi specifici sul territorio, l’attivazione di reti che può garantire una vera presa in carico della persona per la sua reale promozione sociale.”

Negli ultimi due anni si registra una flessione del numero delle persone che si rivolgono ai Centri di Ascolto (-10% nel 2021; -13% nel 2022). La diminuzione appare attribuibile anche all’efficacia dei diversi provvedimenti governativi di contrasto alla povertà avviati nel tempo (SIA, REI, Reddito di Cittadinanza). Per contro, si rileva una certa cronicizzazione delle situazioni di disagio sociale. Meno presenze, dunque, ma con situazioni complessive più gravi e protratte nel tempo.


CHI CHIEDE AIUTO

Italiani per il 32% (1), in età lavorativa per 77% (2), donne per il 63% (3), con figli a carico per il 70% (4).  

(1) Per il 16% delle persone incontrate non è stata rilevata la nazionalità: è ipotizzabile che tale percentuale sia ascrivibile più al campo delle persone italiane che a quello delle persone non italiane (corrispondenti al 51%) e che pertanto, nella realtà, le due percentuali si pareggino, un dato che sarebbe in linea con tutte le precedenti e più complete rilevazioni.

(2) Il 40% delle persone che chiedono aiuto ha un’età compresa tra 25 e 44 anni, il 37% tra 45 e 64 anni. Chiedono dunque aiuto soprattutto le persone in età lavorativa, non necessariamente disoccupate ma con reddito insufficiente o con problemi familiari o di salute per i quali necessitano di sostegno.

(3) Le donne si confermano il sostegno forte delle comunità e delle famiglie: sono loro che si muovono per prime per andare a chiedere aiuto per tutta la famiglia, per un marito disoccupato, per un figlio adulto e non autonomo.

(4) Anche se si registra una chiara prevalenza di persone con figli, la percentuale di persone sole risulta comunque in crescita rispetto agli anni scorsi.


L’AIUTO ECONOMICO

Nel corso del 2022 i Centri d’Ascolto della Diocesi hanno erogato aiuti economici per un ammontare pari a € 1.022.281. Le voci a cui è andato il maggior supporto sono le spese relative all’abitare e agli alimenti. Una percentuale bassa ma significativa attiene alle spese per il lavoro (acquisto di strumenti o finanziamento di borse-lavoro).   


I PROBLEMI RILEVATI

– Reddito insufficiente: 1 persona su 4 dispone di un lavoro a tempo indeterminato ma con reddito insufficiente per far fronte alle normali spese familiari. 

Lavoro precario: la mancanza di certezze sui contratti di lavoro provoca, oltre che stati ansiosi, pesanti limitazioni come la difficoltà a stipulare un contratto d’affitto o l’impossibilità ad accedere ad un prestito. Per coloro che non hanno qualifiche particolari e, soprattutto, non hanno forte resilienza, è molto difficile entrare in un mercato fortemente competitivo e talvolta escludente.

Casa: è in assoluto il problema più grave e complesso. Si stima che il 10% circa delle famiglie che si sono rivolte ai CdA abbia un problema di sfratto, o già esecutivo o comunque con pratica in corso

– Difficoltà relazionali: costituiscono la caratteristica più rilevata da parte degli operatori dei CdA: chi è deprivato economicamente è più facile preda di ansie, depressioni e disagi personali, chi è psicologicamente fragile avrà più problemi a trovare una collocazione lavorativa e reddituale sufficiente. Il disagio psico-relazionale è riconosciuto da tutti gli operatori dei Centri d’ascolto come fenomeno diffusissimo, latente, difficile da trattare e, soprattutto, assolutamente privo di strumenti per essere affrontato. 

Istruzione: è decisamente evidente un livello di istruzione mediamente molto basso. La scarsa preparazione è un forte impedimento al reperimento di un lavoro, in un’economia globale che richiede sempre più forte specializzazione e sempre meno manovalanza generica. I figli di famiglie in situazione di disagio economico incorrono più facilmente in uno stato di demotivazione, condiviso spesso anche dai genitori. Si riscontrano molti casi di abbandono scolastico.


UNA POVERTA’ CRONICA

“Anche se i numeri registrano una flessione nelle persone incontrate dai Centri di Ascolto Vicariali, anche per l’allargarsi della rete di ascolto e intervento di altri enti in città – commenta Giuseppe Armas, direttore di Caritas Diocesana – i dati fotografano una preoccupante cronicizzazione delle condizioni di disagio, che si trasmettono da padre in figlio come una pesante eredità. Quanto si sta facendo per contrastare le povertà, dunque, non è sufficiente e non è adeguatamente orientato a sconfiggere le cause di questi problemi ma ci si limita troppo spesso ad alleviarne gli effetti attraverso servizi assistenziali come le mense e i dormitori, la distribuzione di pacchi e di buoni pasto, servizi questi purtroppo tutt’oggi necessari e per i quali la Diocesi di Genova ogni anno dà un cospicuo contributo attraverso l’8xmille e la generosità di tanti privati.”


27 GIUGNO 2023 | I DATI DI CARITAS ITALIANA

Martedì 27 giugno Caritas Italiana presenta il Bilancio Sociale 2022 e il primo Report statistico nazionale sulle povertà dal titolo “La povertà in Italia secondo i dati della rete Caritas. In particolare, la novità del Report risiede, oltre che nei contenuti riportati, anche nella tempestività dell’elaborazione dei dati raccolti: divulgato a soli sei mesi di distanza dalla fine del 2022, il Report offre uno spaccato veridico sulle povertà contemporanee che affliggono il nostro Paese.

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