Giornata Mondiale dei Poveri 2023. Lasciamoci trasformare lo sguardo

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di Giuseppe Armas
direttore Caritas Diocesana di Genova

La “Giornata Mondiale dei Poveri” giunge per la settima volta a sostenere il cammino delle nostre comunità. È un appuntamento che progressivamente la Chiesa sta radicando nella sua pastorale, per scoprire ogni volta di più il contenuto centrale del Vangelo.

L’uomo del nostro tempo avverte di avere un destino comune a tutti i suoi contemporanei, intrecciato e interconnesso a quello della vita e del pianeta. Possiamo dire, purtroppo, che in questi anni la situazione sociale ed economica mondiale è andata progressivamente peggiorando. Gli ultimi tre anni, in particolare, sono stati segnati dalla pandemia, dalla crisi economica, dalla violenza del terrorismo e dalle guerre in Europa e in Medio Oriente, che ci vedono direttamente coinvolti, per cui riesce difficile ignorarle come, in genere, facciamo con gli altri conflitti in corso. Sono anni di fatica e di timore della relazione con l’altro, soprattutto con il diverso, sono anni segnati dal disorientamento, dall’incertezza e dal timore del futuro.

Sono tanti i problemi che attanagliano il nostro vivere. Papa Francesco, oltre a quelli sopra elencati, si sofferma in particolare sulle “nuove povertà”, ricorda i bambini che vivono un presente difficile e vedono il loro futuro compromesso a causa della guerra, pensa alle tante famiglie e ai lavoratori costretti ad un trattamento disumano con una paga insufficiente o con il peso della precarietà. Soprattutto pensa alle generazioni più giovani, che sono le più fragili davanti al cambiamento culturale in corso.

Il Papa ci invita, in questo nostro oggi, a non cedere alla tentazione dell’isolamento, a non rinchiuderci nella paura o nella rassegnazione, a non scoraggiarci ma a continuare a donarci agli altri, soprattutto ai più poveri. 

“Non distogliere lo sguardo dal povero”: è proprio perché avvertiamo tutta la nostra povertà e la nostra impotenza che possiamo comprendere meglio la situazione di emarginazione e di inadeguatezza degli altri: la nostra povertà ci rende capaci di vera apertura fino alla condivisione. È la vicenda di Tobi, narrato nel libro di Tobia, a cui si ispira la lettera del Papa per questa settima Giornata: Tobi povero, emarginato, deriso e ammalato è ancora capace di compassione, di accoglienza e chiede al figlio Tobia la stessa visione della vita, come una sorta di testamento.

Ma, ancora più profondamente, Tobi è capace di apertura e di compassione perché ha memoria della bontà del Signore che ha agito nella sua vita. La memoria del cuore diventa forza per la speranza. E così la memoria apre, anche nell'oscurità di questo tempo, anche in “quest’ora buia”, la strada verso il futuro: è luce, è stella che ci guida. Anche noi abbiamo una memoria del bene, dell'amore misericordioso ed eterno di Dio. 

Come comunità cristiana siamo chiamati a vivere contemporaneamente questa apertura agli altri e questo affidamento alla paternità di Dio. Siamo chiamati a vivere questo passaggio non solo singolarmente ma, soprattutto, come comunità. 

Come Diocesi abbiamo deciso di sottolineare proprio questo passaggio, scegliendo come “domanda guida” la frase “COSA VEDO QUANDO GUARDO?” per comprendere come cambia il nostro sguardo quando è attraversato dall'esperienza della povertà e dall'incontro con i poveri, come cambia il nostro sguardo quando facciamo esperienza di fraternità e di misericordia. 

È un cambiamento di sguardo e di prospettiva, è un nuovo modo di considerare le persone e la vita; quando questo cambiamento si verifica in un contesto di fede e all’interno di una comunità, avviene un passaggio “pasquale”, non è solo un cambiamento di prospettiva ma si partecipa ad una vita nuova.

Come comunità cristiana siamo chiamati a lasciarci cambiare lo sguardo, e quindi il cuore, dalle situazioni che stiamo vivendo, «permettere cioè che, attraverso questo momento storico, Dio trasformi i nostri criteri abituali di interpretazione del mondo e della realtà. Non possiamo più pensare solo a preservare lo spazio dei nostri interessi personali o nazionali, ma dobbiamo pensarci alla luce del bene comune, con un senso comunitario, ovvero come un “noi” aperto alla fraternità universale» (Papa Francesco, Messaggio Giornata Mondiale della Pace 2023). 

In particolare il Papa ci invita a gesti concreti, ad operare nella piccolezza, ad accompagnare da vicino, con cuore semplice e aperto. Papa Francesco ci esorta a condividere con gli ultimi la mensa della nostra casa nel segno della solidarietà. Invita in particolare le comunità cristiane a promuovere esperienze di fraternità: «Come sarebbe significativo se, nella Giornata dei Poveri, questa preoccupazione di Tobi fosse anche la nostra! Invitare a condividere il pranzo domenicale, dopo aver condiviso la Mensa eucaristica. L’Eucaristia celebrata diventerebbe realmente criterio di comunione. D’altronde, se intorno all’altare del Signore siamo consapevoli di essere tutti fratelli e sorelle, quanto più diventerebbe visibile questa fraternità condividendo il pasto festivo con chi è privo del necessario!» (Papa Francesco, Messaggio Giornata Mondiale del Povero 2023).