Caritas Italiana, per rispondere alle nuove e tragiche necessità causate dall’emergenza, supporta la Caritas Diocesana perché in ogni zona gravemente colpita dalla calamità la comunità cristiana e, in particolare, le Caritas Parrocchiali e i Centri di Ascolto siano in grado di rispondere ai nuovi e drammatici bisogni e, all’occorrenza, istituisce il “Centro di Coordinamento Caritas”.
Il Centro di Coordinamento Caritas è generalmente composto dai direttori delle Caritas colpite, dagli operatori di Caritas Italiana e da diversi soggetti, opportunamente scelti, capaci di interagire efficacemente tra loro.
Il Centro di Coordinamento Caritas persegue i seguenti scopi:
– RILEVARE I BISOGNI
– PIANIFICARE GLI INTERVENTI
– COORDINARE LE RISORSE E LE INIZIATIVE NECESSARIE A PARTIRE DAI BISOGNI COSTANTEMENTE MONITORATI.
Tra i principali obiettivi vi é quello di fornire informazioni precise e puntuali lungo tutto il periodo dell’emergenza e durante il proseguo dell’intervento mediante una comunicazione capace di mettere in luce la storia di solidarietà e di condivisione vissuta dalle Chiese particolari e rendere note, con trasparenza e tempestività, le modalità di impiego di quanto offerto dalla solidarietà degli offerenti.
Un intervento puntuale e coordinato
Sovente, durante un’emergenza di elevata intensità, è necessario accompagnare le comunità colpite, sia nel luogo di residenza che in “diaspora”, per coglierne i bisogni, leggere gli eventi, creare dei ponti, riaccogliersi come fratelli. La presenza degli operatori della Caritas è quindi modulata e “corrispondente” ai diversi momenti dell’emergenza:
– nel periodo dell’emergenza acuta, si pone la massima cura verso le persone, soprattutto verso le più deboli, costrette ad uscire dalla propria abitazione o dal proprio paese, accolte nelle tendopoli, forzatamente spostate in altri luoghi o trasferite presso parenti o amici;
– dopo il rientro nelle abitazioni o nei “villaggi abitativi temporanei” realizzati dalla Protezione Civile, si accompagnata l’intera comunità favorendo il “lavoro di rete”, la relazione tra i membri e la ripresa sociale ed economica.
Con il termine “lavoro di rete” intendiamo l’avvio di un processo di tipo relazionale, comunicativo ed organizzativo per far sì che la pluralità degli attori interessati all’emergenza si armonizzi, coordinandosi come un tutto. “Lavoro di rete” significa operare un’azione di supporto alle reti già esistenti (parrocchie, associazioni, volontari, comitati…); assistere cioè coloro che già agiscono in collegamento tra loro affinché la loro presenza sia sempre efficace e coerente alle necessità della comunità. Significa inoltre fornire nuovi “input” per mettere in azione nuovi soggetti o nuove realtà disponibili a collocarsi in rete come ulteriori poli per l’aiuto.
Operare in rete vuol dire assumere un criterio preciso che si avvale dei seguenti atteggiamenti:
– accogliere le persone del luogo non come individui isolati ma compresi all’interno di un contesto sociale più ampio;
– individuare tutte risorse già presenti e favorire un loro potenziamento;
– confidare nella capacità delle persone e delle reti di individuare e riconoscere i propri problemi e le risorse interne ed esterne alla comunità;
– sostenere la rete primaria a ritrovare la sua dimensione collettiva e il suo potere di conoscere e di regolare i propri problemi;
– consolidare la rete potenziale e stimolare lo sviluppo di nuove relazioni;
– favorire l’ampliamento della rete, provocarne l’apertura;
– favorire un funzionamento più positivo della rete;
– facilitare il ricorso a risorse esterne.
Il nostro compito è quindi quello di facilitare, sostenere, verificare e accompagnare le comunità colpite diffondendo una fondamentale fiducia nelle risorse dei membri delle reti e nella capacità della comunità locale, anche se traumatizzata, di definire le proprie questioni e di risolverle, il più possibile, in maniera autonoma.