Il primo momento di ogni operazione di Protezione Civile è l’autoprotezione del singolo e questo richiede una cultura diffusa capillarmente che trova le sue vie naturali negli Enti Locali, nei mass – media e nella scuola. E’ questo lo spazio che, insieme con chi opera nell’ambito, possiamo ricavarci per poter, con realistica speranza, educare alla protezione civile, che significa poi educare alla solidarietà, alla collaborazione, alla pace, alla cittadinanza attiva.
E’ d’importanza fondamentale l’educazione permanente alla corresponsabilità e alla solidarietà da svolgere in ogni ambiente di vita, la solidarietà “da emergenza” non è di natura diversa da quella che dovrebbe ispirare i rapporti quotidiani della gente.
L’educazione permanente è da svolgere soprattutto negli ambienti che hanno una funzione educativa specifica come la comunità ecclesiale, la famiglia, la scuola. Quest’ultima inoltre offre condizioni oggettivamente favorevoli, dal punto di vista pedagogico sia per la libertà didattica che la caratterizza sia per la ricerca e la sperimentazione che può avviare con serietà.
Se non si crea un costume di solidarietà con il prossimo nella vita quotidiana, specialmente quando è bisognoso, anche una risposta generosa nell’emergenza difficilmente sarà una risposta di amore fraterno, nel senso vero della parola: chi non è abituato a condividere nella normalità della vita le sofferenze dei vicini, è quasi impossibile che riesca a farlo, con verità, nei riguardi dei lontani che non conosce e che tutto sommato, gli sono estranei, anche quando ne sentisse compassione.
L’educazione alla solidarietà è importante anche perché punta a creare una capacità di rapporto stabile con le persone, cosa che si verifica quando si ama veramente.
I contesti e i bisogni
Negli ultimi anni si è creato, anche grazie ai mass – media, una cultura e un interesse generale ai temi inerenti alla protezione civile. L’informazione diffusa ricorda che ogni giorno viviamo in un ambiente pieno di rischi con cui dobbiamo abituarci a convivere.
Inevitabilità e fatalismo sono atteggiamenti non coerenti con le possibilità attuali di conoscenze scientifiche e tecnologiche che rendono ogni rischio o prevedibile oppure, come i terremoti, con possibilità di elevata limitazione dei danni.
Occorre passare da una cultura portata a vedere l’ambiente solo in termini di benefici immediati e individuali, a una visione centrata su un’utilizzazione razionale dell’ambiente come bene a disposizione di tutti. Questa cultura include anche l’educazione ad un rapporto diverso con l’ambiente naturale e con il territorio. La gente va educata a rispettare la natura ed aiutata a superare una concezione fatalistica ancora assai diffusa, per la quale le calamità in ogni caso avvengono perché “devono” accadere.
La relazione tra uomo e natura forma un unico insieme vivente da milioni di anni e per milioni di anni. Quando l’equilibrio tra azione dell’uomo e azione della natura s’interrompe ha origine la crisi.
Per evitare questo occorre che l’uomo conosca sempre meglio l’ambiente che lo circonda, affinando le capacità di previsione, prevenzione e protezione, elementi base per il proprio adattamento all’ambiente.
In Liguria…
Sappiamo, per esperienza diretta, che la nostra regione è soggetta a rischi causati da eventi naturali collegati alla presenza e all’attività dell’uomo.
Infatti la conformazione geologica del nostro terreno, la realizzazione di vie di comunicazione intagliando i pendii delle montagne, l’edificazione selvaggia che non ha tenuto conto di un corretto rapporto con l’ambiente, l’intensità delle precipitazioni specialmente nel periodo autunnale rendono particolarmente vulnerabile il nostro territorio alle frane e dalle inondazioni.
Diversi sono gli eventi che possono interessare il nostro territorio: gli incendi boschivi, l’inquinamento industriale, il fenomeno migratorio.
Storicamente la nostra popolazione è sempre stata molto sensibile alle problematiche legate al territorio e si è autogestita per affrontare emergenze o risolvere problemi connessi all’ambiente (la protesta per la realizzazione della Bretella Autostradale, l’inceneritore ENEL alla Lanterna, …) e ha sempre risposto generosamente con aiuti e disponibilità nella risoluzione di emergenze in altre regioni o nazioni.
Da quanto detto sul nostro territorio è possibile effettuare un’azione di previsione, prevenzione e protezione attraverso un’adeguata conoscenza del rischio e dell’ambiente circostante, per formulare opportune strategie, valutazioni e ipotizzare possibili soluzioni.