Carissimi,
purtroppo dobbiamo iniziare questa ricchissima newsletter con una duplice e tragica notizia. Luigi, uno dei nostri più cari amici di Bonefro, il paese con cui abbiamo condiviso più di un anno di vita nell'emergenza del post terremoto del Molise nel 2002, è morto nella sua stanza di Bologna, dove studiava giurisprudenza.
L'autopsia è ancora in corso: si cerca di scoprire le modalità e soprattutto le motivazioni di una morte davvero imprevedibile. Luigi ci aveva aiutato tanto, aveva accolto con interesse e affetto le squadre che per oltre un anno si sono alternate nel piccolo paese terremotato, era venuto a trovarci a Genova ed era stato anche a Sisak, con un gruppo di giovani. Tutta Bonefro è sotto shock e i suoi genitori, Vincenzo e Giuseppina, non si danno pace per l'inspiegabile atto da lui commesso a soli 23 anni. Don Antonio di Lalla, il parroco di Bonefro, ci ha chiesto di pregare per lui, per i suoi genitori e per l'intero paese di Bonefro che ha purtroppo già assistito a diverse scomparse premature di suoi ragazzi. A nome della Caritas e di tutti i volontari abbiamo subito scritto una lettera di cordoglio ai suoi genitori, mentre Giangi propone una preghiera comune nei prossimi giorni. Ci pare un'ottima idea: se potete mettetevi in contatto con noi così cerchiamo di organizzarci.
Purtroppo quello di Luigi non è l'unico lutto che ci ha colpito; proprio questa settimana è mancato anche Luca, fratello di Paola Guida, una nostra carissima volontaria che ha svolto anche l'anno di volontariato sociale presso la Caritas. Luca stava scalando una parete del Monviso a circa 3000 metri di quota. Si trovava insieme ad un amico, anch’egli di Genova, quando è scivolato. E’ morto sul colpo, dopo un volo di 300 metri. Gli uomini del Soccorso alpino, giunti sul posto dopo la chiamata del gestore del vicino rifugio Quintino Sella, non hanno potuto fare altro che constatare la sua morte. Carissimo Luca, preghiamo anche per te e soprattutto per la tua famiglia che deve accogliere una prova così difficile.
GEORGIA
Come avete letto nelle nostre newsletter speciali continua l'impegno della rete Caritas in favore della Georgia. Si tratta di un intervento importante perché la Caritas è una delle poche organizzazioni che possono operare in quei luoghi, essendo presente ormai da molti anni con progetti di solidarietà e di aiuto a tutta la popolazione locale. Un sostegno, quello avviato dopo il recente scoppio del conflitto, che è divenuto consistente, grazie alle offerte di tanti fedeli e al milione di euro stanziato dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana. Come ha riportato ieri l’Osservatore Romano, padre Witold Szulcynki in un messaggio ha ringraziato per la “catena di solidarietà e di amicizia” che si è formata. Caritas Georgia fornisce ogni giorno a Kutaisi 40 pasti caldi, distribuisce vestiario e prodotti alimentari. A Gori, altra città segnata dal conflitto, sono numerosi gli sfollati collocati nelle tende. Lì è stata anche allestita una cappella dove, riferisce padre Szulcynki, ha visto pregare tanta gente, “un luogo dove possono trovare conforto e sollievo”. Secondo i dati dell’UNHCR sono circa 150 mila in Georgia gli sfollati mentre il resto è accolto nei campi lungo la frontiera che separa l’Ossezia del Sud e del Nord.
SERBIA
Anche quest’anno l’agosto ad Aleksinac è stato davvero ricco di incontri, storie, giochi, laboratori, visite, abbracci, che hanno coinvolto le due squadre di volontari impegnate nei campi estivi, tutta la comunità locale, nonché i bambini e gli anziani dei villaggi vicini.
La prima squadra è stata protagonista di tante nuove “scoperte”: hanno incontrato il nuovo parroco di Niš, Frà Nico, un frate giovane e molto attivo che ha sostituito da poco don Drago perché, come molto di voi ricordano, malato di cuore; guidati dal professore di informatica che lavora al centro Caritas, hanno visitato la scuola superiore che forma educatori infantili; hanno infine ri-sperimentato la gita al parco, scoprendo che, per la polizia locale, si può fare davvero una carovana di due pulmini con dentro 20 bambini ciascuno!
Il secondo turno ha visto la “partecipazione” di due ospiti speciali: il giornalista della Rai Tarcisio Mazzeo e il suo instancabile cameraman Tito Mangiante. L’affiatamento con i volontari è stato ottimo e immediato, tanto da farli sentire davvero parte integrante della squadra e delle risate. In questo clima di armonia hanno potuto quindi svolgere un importantissimo lavoro di reportage sulle varie attività che si svolgono giornalmente al centro Caritas “Madre Teresa” di Aleksinac, oltre che sulla città e la sua storia. Le interviste e le immagini saranno poi montate e mandate in onda in autunno nella trasmissione “Est-Ovest” di Rai3 del sabato mattina. Vi informeremo sulla data non appena lo sapremo! I più attenti avranno sicuramente già sentito i due servizi sul GR1 della Liguria, uno in diretta da Niš sulla salute mentale con l’intervento della nostra volontaria e infermiera Esther Benedetto, l’altro in diretta da Aleksinac con l’intervista ad Anna Gaggero sulla presenza e i progetti che la Caritas diocesana di Genova porta avanti ormai da anni.
Per quanto riguarda i prossimi appuntamenti radiofonici vi informiamo che Sabato 13 settembre alle ore 7.30 della mattina nella rubrica di Radio 1 “Sportlandia” ci sarà un servizio relativo al progetto di salute mentale di Caritas Italiana a Niš. Non vi anticipiamo altro. Per i meno mattinieri c’è la possibilità di riascoltare la puntata collegandosi al sito http://www.radio.rai.it/radio1/sportlandia/
BOSNIA I HERZEGOVINA
Il 29 agosto è stato un giorno davvero speciale. A Banja Luka, la capitale della repubblica Sprska di Bosnia si sono incontrati: Tarcisio Mazzeo, giornalista della Rai con il suo mitico cameraman Tito Mangiante, Anna Gaggero, Anna Cossetta e Dina Kotelnikova, responsabile del progetto GeMun, l'iniziativa che si svolge ogni febbraio a Genova radunando oltre 500 ragazzi delle scuole medie superiori di tutto il mondo. Seguendo le procedure del funzionamento dell’assemblea della Nazioni Unite, i ragazzi predispongono documenti e risoluzioni in tutto simili a quelli ufficiali.
Durante i quattro giorni abbiamo potuto conoscere più da vicino tutti i progetti della Caritas di Banja Luka, che lavora con grande professionalità e profezia rispetto ai bisogni più rilevanti della realtà locale nella quale è inserita, nonché diverse figure di riferimento del mondo culturale e scolastico. Abbiamo infatti avuto modo di entrare nuovamente in contatto con la scuola d’Europa di Banja Luka, il suo direttore, mons. Ivica, e molti degli insegnanti. Si tratta di un liceo promosso dalla diocesi che è un grande esempio di qualità didattica e di convivenza (gli studenti sono ortodossi, cattolici e musulmani, scelti soltanto in base al merito). All'università di Banja Luka esiste altresì una cattedra di lingua italiana che promuove anche la cultura e la storia del nostro paese attraverso diversi eventi ed iniziative e che si è resa disponibile ad entrare in relazione con la rete Caritas per il futuro.
Dina Kotelnikova ha presentato l'iniziativa GeMun auspicando la partecipazione di alcuni ragazzi di Banja Luka all'assemblea che si riunirà a Palazzo Ducale nel prossimo febbraio e si è entusiasmata molto nel conoscere le diverse attività della Caritas. Sono davvero tanti e interessanti infatti le iniziative portate avanti da Mons. Anicic, direttore della Caritas di Banja Luka, e dai suoi collaboratori: una falegnameria che realizza i mobili e i serramenti per i profughi che rientrano in Bosnia, un vigneto e una cantina che producono ottimo vino rosso e bianco, una fattoria modello che produce latte e formaggi in collaborazione con i monaci trappisti e molti altri progetti di carattere sociale, a sostegno dei più poveri.
Mons. Komarica, vescovo di Banja Luka che molti di voi hanno avuto modo di conoscere qui a Genova, ci ha accolto come sempre: con grande amore e affetto, grato della vicinanza della nostra diocesi e del legame che è andato a crearsi. Vorremmo infatti percorrere un cammino insieme, che metta al centro lo scambio pastorale, l'incontro, i giovani.
Don Francesco Doragrossa (conosciuto da tutti come Fully) si è anch'esso appassionato a questo progetto e ci affiancherà in questa idea che sta diventando sempre più grande e concreta. Avremo senz'altro modo di parlarne ancora e ancora.
BENIN
Si rafforza la collaborazione con la diocesi di Djougou. Dopo il viaggio della nostra responsabile Anna Cossetta e di alcuni antropologi dell'Università di Genova nel gennaio scorso, i contatti si sono fatti più stretti e propositivi. Il Vescovo, Paul Viera e i missionari della SMA che animano la parrocchia della Mission Taneka si sono detti molto felici di una possibile collaborazione. L'obiettivo comune è quello di sostenere il piccolo villaggio dei Taneka, una popolazione molto particolare che vive sulle montagne dell'Atakora a seguito dei grandi sommovimenti delle popolazioni dell'area causati dalle razzie per il commercio degli schiavi.
L'idea, tra le tante che sono emerse, è quella di avviare alcuni progetti per l'approvigionamento idrico, ma anche la possibilità, per i volontari della nostra diocesi o per viaggiatori particolarmente sensibili, di visitare il villaggio vivendo la quotidianità dei Taneka. Nel villaggio verrà costruita un’abitazione di tipo tradizionale, che prevede quattro camere per la notte. Ognuna di queste camere porta il nome di uno dei quattro “quartieri” che formano il villaggio: Satyekà, Tchaklerò, Galorhà, Pendolou. Le stanze saranno attrezzate in modo spartano, ma in modo sufficiente per offrite un minimo comfort ai visitatori e dotate di spazi per la doccia (a mano) e la toilette.
Alcune famiglie del villaggio forniranno acqua e pasti ai turisti. Questo consente di gustare la cucina tradizionale che, generalmente, prevede piatti a base di pollo, faraona, igname, fagioli e altre verdure. Verranno anche vendute bibite e acqua minerale. Giovani del villaggio, che parlano francese e che hanno seguito una formazione, faranno da guida, illustrando storie, tradizioni, usi e costumi della vita locale.
La permanenza, oltre a consentire di osservare e condividere la vita quotidiana del villaggio, la gestione dei tempi e degli spazi, la suddivisione dei ruoli, le diverse attività, i luoghi simbolici, permette di aiutare i locali a migliorare le loro condizioni. Il progetto sta crescendo e divenendo via via più concreto. Proprio in questi giorni Marco Aime, docente di antropologia culturale dell'Università di Genova nonché il più famoso studioso del popolo Taneka e grande amico della Caritas di Genova, è in Benin per aiutarci in questo percorso di conoscenza e di programmazione. Non appena rientrerà vi informeremo ulteriormente per rendervi partecipi di una nuova bella collaborazione tra la Caritas Diocesana e l'Ateneo Genovese.
THAILANDIA
Abbiamo appena ricevuto il rapporto trimestrale dei due operatori di Caritas Italiana che lavorano presso la diocesi di Surat Thani, la più colpita della Thailandia in seguito al terribile tsunami del 26 dicembre 2004.
In questo trimestre si sono consolidate alcune nuove significative prospettive di collaborazione tra la Caritas e alcune congregazioni attive nella diocesi di Suratthani e in particolare nell’area colpita dallo Tsunami: Padri Camilliani, Suore del Buon Pastore e Padri Stimmatini. I progetti, che verranno sostenuti a partire dal prossimo trimestre, sono sempre nell’ambito delle tematiche strategiche per Caritas Italiana: sviluppo comunitario, e attenzione ai soggetti deboli e marginalizzati (migranti, prostitute, disabili). Purtroppo le notizie di carattere politico non sono affatto buone: continuano i conflitti nel sud al confine con la Malaysia e ora anche con la Cambogia. Il clima quindi appare molto teso. Per quel che riguarda più da vicino gli interventi della Caritas ed in particolare ciò che concerne il Centro Socio Pastorale di Takuapa, finanziato in parte come ricorderete dalla Delegazione Ligure Caritas Diocesane, sono continuate le attività dei due principali programmi: Psycho-Social Assistance e Community Development Assistance. All’interno dello Psycho-Social Program, in occasione delle vacanze estive ( da metà marzo a fine maggio) si sono intensificate le attività con i bambini e ragazzi in età scolare. I ragazzi a seconda del loro interesse o preferenza hanno potuto scegliere quotidianamente tra diverse attività proposte nel campo della musica (chitarra, canto, clavietta), dello sport (basket, badminton) e dell’arte (disegno, batik). In alcuni villaggi sono state proposte attività con i ragazzi di “cittadinanza attiva”: mirate a costruire comunità e a far crescere spirito di solidarietà e responsabilità sociale. Per quel che riguarda gli anziani e le persone vulnerabili è stata dedicata una particolare attenzione alla selezione e formazione di volontari comunitari che affiancano lo staff del Centro nell’accompagnamento, monitoraggio e follow up delle situazioni di disagio sociale all’interno della comunità, in particolare anziani, persone sole, ammalate o che vivono in condizioni di estrema povertà.
Un grande abbraccio di pace a tutti da Anna, Anna ed Emilia
Settore Emergenze Internazionali
Caritas Diocesana di Genova
via Canneto il Lungo 21/1A
16123 GENOVA