(foto: lance anderson)
EMERGENZE ABITATIVE
Famiglie sfrattate. Non c’è posto per loro
Perdere la casa, quasi sempre perché non si hanno più i denari necessari per pagare l’affitto, è un problema drammatico, in grado di compromettere anche la salute. Nell’ultimo anno, a Genova, gli sfratti sono stati oltre 2.500 e quasi 800 sono stati eseguiti: significa che 800 famiglie sono state letteralmente “messe fuori da casa”. Cosa succede a queste famiglie? Le più fortunate si vedono assegnato un alloggio pubblico ma nel 2016 le assegnazioni sono state un centinaio. Ben poche riescono a trovare una sistemazione meno cara, anche perché nessuno affitta una casa a chi è già stato sfrattato per morosità. Altre vengono ospitate da parenti e amici. Moltissime non sanno dove andare.
Nel 2016 i Centri di Ascolto Vicariali hanno utilizzato il 65% circa delle loro risorse economiche per sostenere le famiglie nel pagamento di affitti e utenze e per scongiurare lo sfratto esecutivo. Questa percentuale, 20 anni fa, era di poco superiore al 30%. Per alcune famiglie, anche in presenza di un reddito fisso, la spesa per la casa supera il 50% delle entrate e va a costituire l’assillo fisso per tutto il mese. Ben poco resta per tutte le altre esigenze. L’emergenza interpella fortemente la comunità cristiana: perdere la casa significa per la famiglia non avere più il luogo dove vivere e crescere. In assenza di politiche adeguate, non è facile far fronte al problema.
La Caritas Diocesana, attualmente, con il progetto “Case Giubilari” lanciato nel 2000, e con gli alloggi successivamente aggiunti nel quartiere della Maddalena, di Albaro e di S. Fruttuoso, riesce a dare ospitalità provvisoria a 25 famiglie. Negli anni vi si sono avvicendate oltre 70 tra famiglie e persone sole. L’ospitalità è temporanea e si chiede, quando possibile, un contributo per le spese vive.
Parallelamente, negli ultimi anni, si è visto crescere enormemente il numero delle persone sole che finiscono sulla strada sia per sfratto che per motivi legati a fragilità psicologiche. Molte sono donne. Gli alloggi d’emergenza, in dormitori o case di accoglienza, sono decisamente insufficienti e spesso gli operatori non possono che rispondere uno sconsolato “mi dispiace!”.
COME CONTRIBUIRE
– con il pagamento di una parte dell’affitto per evitare lo sfratto di una famiglia per un anno (in collaborazione coi Centri di Ascolto Vicariali);
– per privati, associazioni, parrocchie, mettendo a disposizione di famiglie già sfrattate un alloggio inutilizzato per un periodo da concordare;
– mettendo a disposizione di persone sole alloggi o spazi per dare ospitalità d’emergenza;
– con una donazione per il sostegno dei costi delle case attualmente disponibili, stimato in 5 euro (costo giornaliero dell’accoglienza di una persona in alloggio) e 10 euro (costo giornaliero dell’accoglienza di una famiglia in alloggio);
– offrendo il proprio tempo per sostenere e accompagnare le famiglie attualmente ospitate.
PER LE TUE DONAZIONI
Arcidiocesi di Genova Caritas Diocesana
C/c: IT81 F061 7501 4000 0000 3364 480 – CARIGE
C/c postale: 14108161
Causale: MICRO C106 – EMERGENZE ABITATIVE