Micro di Quaresima M34. Ufficio Missionario: “mogogò” ecologici per l’Eritrea

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L’Ufficio Missionario della Diocesi di Genova propone come Micro di Quaresima la realizzazione di forni domestici (mogogò) ecologici nei villaggi di Siyah, Eritrea, nella missione delle Figlie di S. Anna (M34).

(Nelle due foto, la sensibile differenza delle condizioni ambientali in una casa con il mogogò tradizionale e in una con quello ecologico)


La valle di Siyah si trova a circa 80 km a Sud di Asmara e consta di 5 villaggi con 6500 abitanti, circa 1300 famiglie, per il 90% di religione cattolica e di lingua Tigrigna. Ci sono le scuole materne, elementari e medie. La popolazione, molto povera, si dedica principalmente alla coltivazione dei pomodori, di qualche cereale, alla raccolta del fico d’india e all’allevamento del bestiame (capre e mucche). Periodicamente più della metà della popolazione si sposta al bassopiano, in un ciclo di transumanza che segue la stagione delle piogge. In Eritrea il 90% della popolazione è rurale, e il 20% di quella urbana non ha accesso all’elettricità; la biomassa (legna, sterco essicato e scarti agricoli) rappresenta ancora il 95% del combustibile nei villaggi. In questa valle, e precisamente ad Akrur, le Suore Figlie di S. Anna hanno una missione con un ambulatorio, un pronto soccorso e un reparto maternità e vaccinazioni, una scuola materna, organizzano attività di promozione della donna e attività pastorali. In questi ultimi anni le suore hanno organizzato alcuni seminari di due settimane ciascuno per la formazione di 150 giovani mamme su argomenti di salute, igiene, alimentazione ed economia domestica.

Con questa Micro di Quaresima, l’Ufficio Missionario propone di sostenere le Suore che, insieme all’Associazione Mesì Mesì, stanno favorendo la sostituzione dei tradizionali forni domestici, i mogogò, con modelli di tipo ecologico. Ecco i motivi e i benefici per le famiglie.

(Vedi anche scheda completa allegata)

Il mogogò è il forno tradizionale Eritreo
È situato in casa. Il rendimento energetico del mogogò è inferiore al 10%, e non ha nulla che porti i fumi all’esterno dell’abitazione. Le donne e i bambini, su cui grava il compito di raccogliere la legna, sono costretti a percorrere lunghe distanze per giungere a trovarne, e questo a causa della deforestazione. Inoltre le loro condizioni di salute sono minacciate dall’elevata presenza di fumo in cucina: da ciò vengono malattie all’apparato respiratorio ed agli occhi. Infine, le difficoltà legate all’accensione vengono risolte con l’utilizzo di costoso kerosene, e vi è un grande pericolo di scottature per i bambini piccoli, dato che la fiamma libera è a livello del pavimento e non è protetta. Si stima che in questo tipo di forni si consumi il 50% della legna eritrea.

Il mogogò ecologico
Le suore Figlie di S. Anna, sulla falsariga di un progetto ideato dal Ministero dell’Energia Eritreo e sostenute dall’associazione Mesì Mesì, hanno sviluppato la costruzione di un nuovo tipo di mogogò, denominato “ecologico”. Il mogogò ecologico è studiato in maniera da essere nettamente migliore di quello tradizionale:
riduce il consumo di legna del 50%, lasciando in questo modo ai ragazzi, che devono percorrere chilometri per procurarsela, più tempo per lo studio, e salvaguardando l’ambiente;
riduce inoltre i tempi di cottura dell’engera, lasciando più tempo alle donne per curare i bambini;
riduce la quantità di fumo prodotto e convoglia i fumi all’esterno, elimina l’inquinamento domestico e i problemi respiratori, il bruciore agli occhi, le scottature dei bambini;
rappresenta infine un arredo piacevole per le abitazioni, normalmente molto spoglie e annerite dal fumo.

La costruzione di questi mogogò (forni domestici) ecologici è iniziata nel villaggio di Akrur, dove ne sono già stati realizzati trecento, e si sono già formati diversi gruppi di lavoranti esperte nella costruzione degli stessi. Le suore desiderano estendere il progetto agli altri villaggi della valle.

Come viene costruito
La realizzazione del mogogò ecologico è affidata ad un gruppo di donne del villaggio, le lavoranti, riunite in cooperativa ed istruite dalle suore esperte. Esse svolgono il lavoro di costruzione insieme alla padrona di casa. La famiglia beneficiaria deve procurare l’argilla, le pietre, l’acqua, la sabbia, tutti materiali reperibili in loco, deve fabbricare i mattoni (quando c’è materiale refrattario disponibile in loco), ed aiuta nel lavoro manuale. Il gruppo delle lavoranti è incaricato di prendere le misure, sistemare gli stampi, fabbricare le pareti, installare le griglie, il camino, la serranda e gli sportelli, oltre che finire e lisciare le superfici. Il tempo di costruzione di un mogogò da parte di un gruppo di tre lavoranti coadiuvate dalla padrona di casa è di tre giorni. Al termine dei lavori la padrona di casa viene istruita sul modo di utilizzo del nuovo mogogò e sugli interventi di manutenzione necessari per mantenerlo sempre efficiente.

A chi viene costruito
Le suore realizzano la scelta delle famiglie beneficiarie privilegiando le vedove, gli anziani soli, le famiglie molto povere o molto numerose; sono i responsabili di ogni villaggio che indicano concretamente le famiglie da beneficiare. Quando i fondi sono disponibili e le famiglie hanno raccolto i materiali di costruzione, si procede alla realizzazione dei mogogò. All’interno del villaggio, intanto, si procede alla formazione teorica e pratica delle lavoranti, che vengono divise in gruppi, e alla costituzione di un comitato che ha la responsabilità di controllare l’andamento dei lavori e la successiva buona gestione del mogogò da parte delle famiglie beneficiate: nei mesi successivi è infatti necessario controllare che la padrona di casa usi il forno in modo appropriato, tenendolo pulito, con gli sportelli chiusi, la legna in pezzatura piccola e la serranda regolata per un tiraggio giusto.

Costi
La maggior parte dei materiali viene approvvigionata localmente, e rappresenta il contributo della famiglia beneficiaria. I lavori iniziano solo dopo che la famiglia ha raccolto tutto il materiale necessario. Restano da acquistare gli accessori in ferro (sportelli, coperchi delle piastre di cottura, serranda e cerniere) e in materiale refrattario (piastre di cottura, due griglie grandi e una piccola, mattoni), nonché i tubi in cemento per il camino. Il costo totale di un mogogò è di 4.600 Nakfa (valuta locale eritrea), equivalenti a circa 250 €. Dalla cifra totale ogni lavorante riceve 150 Nakfa (circa 8,00 €) per ogni mogogò costruito.

Referente in Italia
Mesì Mesì onlus
– Via Marconi 166/5 – 16011 Arenzano (GE) – info@mesimesi.it – 347 3080249

Referente in loco
suor Tighisti Mahrezghi
– upsaeritrea@gmail.com – Congregazione Figlie di S. Anna – Daughters of St. Anne – P. O. BOX 809 – Asmara, Eritrea

Come contribuire
– presso l’Ufficio Missionario Diocesano, Via Tomaso Reggio, 17 16123 GENOVA – da lunedì a venerdì, ore 9-11,30, tel 010.246.8897, email: missioni@diocesi.genova.it
– presso la propria parrocchia, che farà avere le offerte all’Ufficio Missionario Diocesano
– con un bonifico sul conto corrente bancario IT 85 G 06175 01432 0000 0107 3680 intestato “Pontificie Opere Missionarie della Curia Arcivesc. Genova”, specificando la causale “M34 forni Eritrea”.