Emergenza Ucraina. I dati dell’accoglienza al 27 Marzo, il bisogno di sostegno

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Nella foto, il cuore del centro della comunità ucraina presso la Chiesa di S. Stefano, tra preghiera ed aiuti, a cominciare dai più piccoli.

A più di un mese dall’inizio dell’invasione russa, continua senza sosta l’accompagnamento della Diocesi di Genova a fianco della comunità ucraina in città. Come sempre in tutte le emergenze, Caritas Diocesana è chiamata a porsi a disposizione, senza sostituirsi alla comunità colpita ma con il compito di rafforzare le sue stesse capacità di risposta, testimoniando così una fraternità che non solo soccorre ma piuttosto promuove. “L’Arcivescovo p. Marco ci ha dato queste due direttive – ricorda don Andrea Parodi, vicario episcopale per la carità e direttore della Caritas Diocesana -: mettere a disposizione mezzi, persone, risorse, attività perché la Diocesi faccia tutto il possibile per testimoniare il Vangelo, accogliendo e facendosi prossima; affiancarci e supportare la comunità ucraina perché possa a sua volta accogliere e sostenere i connazionali in arrivo. Siamo due comunità che si incontrano e dimostrano ciò che può fare la fraternità e l’assoluta assurdità del pensiero di guerra”.

Il lavoro è molto corposo e continua a coinvolgere tutto l’ufficio Caritas, ogni giorno della settimana. Il centro della comunità ucraina presso la Chiesa di Santo Stefano, dove Caritas ha distaccato un punto di ascolto, in queste lunghe e drammatiche settimane si conferma luogo di una comunità che ascolta, accoglie e si accoglie. “Una comunità che si sta decuplicando – spiega Maria Rita Olianas, coordinatrice delle Emergenze per Caritas Diocesana – sia a livello cittadino, richiamando la solidarietà tra ucraini che ordinariamente non frequentano Santo Stefano, sia in riferimento alla madrepatria. Se infatti nelle prime settimane il collegamento è stato principalmente con la diocesi di Ternopil, oggi giungono al centro persone da tutte le città del paese: nel fine settimana abbiamo accolto le prime famiglie che arrivano da Mariupol. Stiamo vivendo una esperienza di umanità che si incontra anche sul piano religioso, tra cristiani di diverse confessioni. Il nostro compito è questo: facilitare la condivisione e ogni interazione possibile ‘con’ la comunità e ‘nella’ comunità ucraina”.

I DATI CARITAS AL 27 MARZO

Al 27 marzo il punto di ascolto Caritas presso il centro di Santo Stefano ha incontrato 537 nuclei per un totale di 1445 persone, di cui 622 donne, 747 bambini e 74 uomini. Per quanto riguarda l’alloggiamento, sono 537 le offerte di ospitalità per una disponibilità totale di circa 1.700 posti. “33 appartamenti sono stati assegnati ad altrettante famiglie per un totale di circa 90 persone – spiega Lucia Foglino, che coordina il ‘Gruppo Case’ attivato per questa emergenza – Non abbiamo potuto tenere in considerazione 89 appartamenti perché troppo lontani. Tra quelli considerati, 29 si trovano comunque fuori dal comune di Genova. 42 appartamenti non sono immediatamente utilizzabili perché sprovvisti di allacci o con qualche lavoro da fare. 93 appartamenti sono ammobiliati, 18 non sono ammobiliati e 2 gruppi di volontari si sono attivati per reperire mobilio ed elettrodomestici in modo da renderli utilizzabili al più presto. A tutto questo vanno aggiunte circa 300 offerte di ospitalità in famiglia ma la maggior parte sono per periodi brevi. Da segnalare anche la presenza di animali da compagnia che diverse famiglie hanno portato con sé e complicano la possibilità di essere ospitati”. Anche per l’accoglienza, il 70% viene comunque assicurato dalla stessa comunità ucraina, che ha aperto le porte di casa ai connazionali, almeno in via temporanea. 

CONTINUARE A DONARE. I PROSSIMI PASSI

“Certamente il tema che si pone oggi è quello della sostenibilità di tutte queste azioni per un periodo che è ancora indefinito, a causa dell’incertezza sui tempi di questa guerra – ricorda Olianas -. Tutto ciò in attesa che venga finalmente avviata anche l’accoglienza coordinata dallo Stato attraverso il circuito CAS e, come sembra, il riconoscimento dell’autonoma sistemazione per quanti hanno trovato una soluzione indipendente. Intanto permane la necessità di aiuti per le esigenze di mantenimento delle famiglie, che il centro di Santo Stefano sostiene con i pacchi viveri, così come la rete dei Centri di Ascolto Vicariali tramite i buoni spesa. Anche per questo aspetto in questo primo mese la solidarietà dei genovesi ha fatto tantissimo ed è bene che non venga meno perché il bisogno è sempre grande, come numerosi e costanti sono gli arrivi. I nostri prossimi impegni, poi, saranno volti anche ad una piena integrazione di queste famiglie sul territorio, a partire dal piano scolastico a tutela di bambini e ragazzi, che i dati in nostro possesso confermano essere la componente maggiore tra le persone incontrate.” 

UN GRAZIE DA CONDIVIDERE

Vogliamo ancora una volta ringraziare tutti i cittadini –  conclude don Andrea Parodi – le parrocchie, le tante realtà laiche, gli ambienti professionali che in molti modi hanno manifestato e messo in pratica la carità cristiana e l’amicizia sociale, come dice Papa Francesco, offrendo beni e competenze. Abbiamo ricevuto da più voci in Ucraina attestati di riconoscimento per quanto fatto dalla Diocesi di Genova: un grazie che voglio sicuramente indirizzare alla nostra Caritas, per la fatica senza sosta di queste settimane ma, ugualmente, a tutti coloro che, nella Chiesa e nella società, hanno sentito l’urgenza e la pienezza del farsi prossimi.