COSA SONO le catastrofi naturali e le emergenze di massa

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COS’È UNA CATASTROFE
I termini catastrofi e calamità designano avvenimenti dalle conseguenze disastrose, che derivano da cause naturali o dall’azione dell’uomo. Accadono generalmente in modo improvviso, spesso rovinoso e, a priori, imprevedibile. Le catastrofi, quali che siano le loro manifestazioni, sono spesso causa di un’alta mortalità tra le popolazioni colpite. Possono devastare estesi territori, distruggere beni individuali o collettivi e rovinare l’insieme delle attività economiche sia in zone urbane che rurali. Il loro impatto ecologico è spesso considerevole e si può tradurre nell’annientamento d’ecosistemi distribuiti su vaste aree geografiche.


AUMENTO DELLA FREQUENZA E DELL’AMPIEZZA DEGLI EVENTI CALAMITOSI
Uno studio sistematico delle principali catastrofi cosiddette naturali, che hanno colpito le diverse regioni del globo negli ultimi 50 anni, dimostra statisticamente il continuo aumento sia della frequenza sia dell’ampiezza dei cataclismi e degli altri eventi disastrosi che colpiscono l’umanità. Negli anni sessanta si contavano in media nel mondo 45 grandi catastrofi naturali l’anno; sono diventate oltre 80 per ciascuno dei primi anni di questo decennio. I danni causati alle popolazioni che ne sono vittime sono aumentati allo stesso ritmo della crescita demografica.


AUMENTO DELLE CAUSE

Alle catastrofi naturali oggi se n’aggiungono altre, il cui impatto è notevolmente ampliato dall’azione antropica sull’ambiente o direttamente provocato da essa. 

Sono causa di disastri lo sfruttamento eccessivo e l’uso sconsiderato delle risorse
biologiche riscontrabili sia nei paesi sviluppati sia nel terzo mondo. Lo sviluppo della tecnologia, avvenuto in quest’ultimo mezzo secolo, diventa sempre più frequentemente causa di sciagure ecologiche con conseguenze tali da interessare nazioni o continenti interi a volte in maniera cronica (si ricordi il caso di Chernobyl).

Origine ormai consolidata d’emergenze di massa è l’escalation dei conflitti etnici, religiosi, nazionalistici, che vedono il medio oriente e il nord africa come “zone calde”.

I tratti distintivi, dei conflitti etnici, nazionalistici o “di area”, è quello di colpire la popolazione civile per spingerla verso esodi massicci. Le lotte all’interno di uno stesso stato spaccano le comunità di vita e trasformano in nemici acerrimi quelli che fino ad ieri erano vicini, colleghi, conviventi. La fuga è spesso l’unica possibilità di salvezza.

L’EMERGENZA È UN FATTO SOCIALE
L’emergenza è un fatto sociale che interpella tutta la comunità umana.
Interpella la coscienza dei singoli, sollecitando una risposta. Tutti si sentono chiamati in causa, uniti nel voler dare una risposta alla condizione per la quale altri esseri umani si trovano in una situazione di bisogno improvvisamente.

Interpella la società civile nei suoi servizi organizzati e nelle sue istituzioni pubbliche. Sono, infatti, fondamento di una comunità civile la ricerca e la tutela del bene comune.

Interpella in modo specifico la fede dei cristiani e le comunità dei credenti in Cristo. Il credente riconosce nel volto del sofferente il volto stesso di Cristo; è perciò sospinto, per fede, a sperimentare tutte le vie possibili e a trovare i modi concreti per rendere attuabile quel servizio di solidarietà della comunità cristiana che diversamente rischierebbe d’essere più declamato che realizzato.