PERCHE’ LA CARITAS interviene nelle emergenze

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Le pagine inserite in questo menu sono tratte dal “PIANO EMERGENZE” del Settore Emergenze della Caritas Diocesana. 

Perché la Caritas interviene nelle emergenze? 

Sappiamo, per esperienza, che dopo una grave calamità la realtà cambia irreversibilmente, nulla potrà più essere come prima: sia per la persona che soccorre sia, soprattutto, per la persona vittima della tragedia. Non è semplice immaginare cosa soffre una persona durante un’emergenza: le case sono improvvisamente distrutte, il paesaggio circostante si trasforma in un cumulo di macerie o in un mare di fango ma, soprattutto, si vive un acuto dolore a causa di lutti e di separazioni traumatiche e inaspettate, di angosce senza fine per familiari e amici feriti o dispersi. La vittima che sopravvive ad una catastrofe, anche se supera l’evento senza subire danni o menomazioni fisiche, riporta in forma più o meno grave danni non visibili, ma non per questo meno profondi e dolorosi quanto le ferite al corpo, convive per un lunghissimo periodo con l’angoscia. La paura è causata dal ricordo dei drammatici eventi trascorsi (le separazioni e il dolore, le scosse di terremoto, l’acqua impetuosa che invade la casa…) e dall’ansia che l’evento possa ripetersi.

Chi assiste da lontano ai tragici avvenimenti si sente addolorato ed interpellato: pensa con sofferenza ai tantissimi morti, agli innumerevoli feriti che porteranno per tutta la vita il segno del dramma, alle famiglie annientate, al pianto dei bambini, allo sgomento degli anziani. Sorgono molti interrogativi, supposizioni ed inquietudini. Gli avvenimenti impongono domande di “senso” di carattere umano, religioso e politico. Si vorrebbe capire, valutare, spesso si chiede di intervenire e soccorrere in prima persona.

In simili contesti emergenziali, la presenza Caritas vuole testimoniare non solo l’importanza fondamentale dell’organizzazione e delle procedure da adottare ma anche e soprattutto la necessità umana e cristiana di stare accanto alle persone e alle comunità colpite: sostenere e servire in modo discreto, porre al centro delle proprie attenzioni la persona, sempre inserita nel contesto sociale ed ecclesiale, vivere la dimensione della fraternità e del dono reciprocamente offerto e ricevuto per guardare insieme oltre il dramma vissuto.