Da lunedì 4 Giugno l’Opera Segno “Casa S. Francesco” accoglie i suoi primi ospiti. Si tratta, come si ricorderà, dell’accoglienza notturna per persone senza dimora presso la parrocchia di S. Francesco alla Chiappetta a Bolzaneto, voluta dai Vescovi Italiani, insieme a quella similare delle Vigne in Centro Storico, come eredità del Congresso Eucaristico Nazionale svoltosi a Genova nel settembre 2016. Mette a disposizione 17 posti, di cui 5 per donne, che si aggiungono agli 11 delle Vigne. “In questi mesi – spiega Leonardo Cebrelli che coordina l’accoglienza di Bolzaneto per Caritas Diocesana – abbiamo portato a compimento l’iter per tutte le necessarie autorizzazioni, abbiamo svolto il corso sulla sicurezza per i volontari e soprattutto abbiamo lavorato con i gruppi di volontari dei vari vicariati che si alterneranno nella copertura delle notti, perché prendano confidenza con questi ambienti”.
In Casa S. Francesco, infatti, ad accogliere le persone senza dimora saranno i volontari di un vicariato diverso ogni settimana, per cicli di sei settimane: Campomorone, Sestri, S. Olcese, Rivarolo, Bolzaneto e, insieme, Sampierdarena e S. Teodoro. Ogni vicariato ha un suo referente che si occupa di garantire che tutte le sere ci siano due persone a disposizione. In tutto 140 volontari, che manifestano una partecipazione corale, condivisa, “ecclesiale”, espressione di carità delle comunità parrocchiali a servizio di tutta la Diocesi.
Era questa, del resto, l’indicazione data dai Vescovi italiani con il Congresso Eucaristico: “L’Opera-Segno dovrà essere esperienza di servizio e coinvolgimento permanente per le comunità vicariali, per la Diocesi e per tutto il volontariato cittadino. Ciò aiuterà le persone che vi faranno riferimento a sentirsi parte di una città solidale e di comunità cristiane aperte, coerenti ed accoglienti, che ‘escono’ da sé stesse per farsi prossime a Gesù nella sofferenza dei fratelli, come raccomandato dal Santo Padre Francesco.” E ai futuri volontari si era rivolto anche l’Arcivescovo di Genova, S.E. il Card. Angelo Bagnasco benedicendo nei mesi scorsi le due nuove accoglienze notturne: “Non possiamo limitarci a prestare un servizio ma ci metteremo accanto all’ospite perché senta il tepore dell’amicizia. Sarà necessario un volontariato consistente e fedele, capace di procedere insieme, di sostenersi a vicenda, di pregare prima di ogni servizio, sapendo che l’amabilità viene dalla grazia di Dio e non solo da noi. Senza preghiera non c’è servizio. La casa comunicherà calore e farà la differenza tra sopravvivere e vivere, tra soddisfare i bisogni e promuovere la persona.”
Nelle prime settimane saranno accolte 8 persone, per poi andare a regime gradualmente, in modo che sia le persone accolte che i volontari possano conoscersi e ambientarsi. Si parte con l’accoglienza notturna e la colazione al mattino; la cena, preparata dai volontari, sarà introdotta al completamento della prima turnazione dei vicariati, dal prossimo 16 luglio, sempre per permettere a tutti una presa in carico progressiva. Per quella data saranno accolte anche le prime 5 donne. Trattandosi di accoglienza notturna di secondo livello, le persone accolte sono già conosciute e coinvolte in un progetto di reinserimento da parte della Fondazione Auxilium e sono seguite dagli operatori della Cooperativa Sociale Il Melograno. “È molto significativo – commenta Cebrelli – che, nei mesi intercorsi fino ad oggi, tutti i volontari che si erano detti disponibili si siano mantenuti fedeli alla promessa e motivati rispetto all’obiettivo: è il segno di una seria disponibilità al servizio, di una attenzione reale al problema di tante persone che hanno conosciuto la strada e oggi stanno riconquistando autonomia e relazioni. E questo impegno di volontariato è tanto più rilevante perché non è disponibilità di un singolo ma sarà esperienza di comunità.”
(articolo pubblicato su Il Cittadino – Settimanale Cattolico, nr. 21/2018)