La Caritas di Gerusalemme sta fornendo cibo a 2000 famiglie di Gaza tagliate fuori dagli aiuti a causa della recente campagna militare israeliana. Le difficoltà nel rifornire gli aiuti sono grandi: l'apertura dei valichi per la consegna aiuti umanitari è stata possibile soltanto dopo il 10 febbraio, a seguito di un accordo ancora molto fragile.
La Striscia ha una popolazione di circa un milione e mezzo di persone, il 90% delle quali dipende fortemente dagli aiuti umanitari dopo che i bombardamenti hanno distrutto case, ospedali, scuole, fognature e varie infrastrutture. L'operazione militare si è svolta dopo un blocco di 18 mesi in cui la gente di Gaza ha visto prosciugarsi le riserve di cibo e l'economia è stata ridotta in ginocchio. La Caritas, ricorda un comunicato inviato all'agenzia Zenit, distribuisce olio, farina, riso, zucchero, tè, pasta di pomodoro, carne in scatola e latte, e sta fornendo anche coperte e medicinali. La settimana scorsa, le Nazioni Unite hanno sospeso le spedizioni di aiuti, affermando che il Governo di Hamas ha immagazzinato centinaia di tonnellate di cibo e ha aperto un'inchiesta sui bombardamenti alle strutture dell'ONU che avevano visto la anche la distruzione di uno dei sei centri sanitari della Caritas. negli altri cinque centri l'attività è febbrile: i feriti sono centinaia e i medici si sono attrezzati con una unità mobile per fornire aiuto anche a chi non riesce ad avvicinarsi agli ambulatori. Prosegue inoltre anche l'attività di accompagnamento sociale e di condivisione delle sofferenze: la Caritas di Gerusalemme ci ha inviato un bellissimo diario con il resoconto della festa di S.Valentino trascorsa insieme con gli anziani e i malati della periferia di Gaza. Un modo intenso e dolce per riprendere a vivere, nonostante tutto.
La Caritas ha lanciato recentemente un appello per raccogliere due milioni di dollari per finanziare un programma di sette mesi per fornire a 2000 famiglie di Gaza cibo, assistenza sanitaria e igienica e sostegno finanziario. Durante il conflitto, ha anche fornito assistenza medica agli abitanti della Striscia attraverso cinque postazioni mediche, una delle quali è stata distrutta da un attacco aereo israeliano. Al di là degli aiuti d'emergenza, Gaza avrà bisogno di una ricostruzione a lungo termine dopo gli attacchi, costati la vita a più di 1.300 persone. Le Nazioni Unite hanno affermato che l'operazione israeliana, durata tre settimane, ha lasciato due terzi dei residenti della Striscia senza mezzi, un terzo senza acqua potabile. Le strutture sanitarie non hanno più i medicinali di base. Le agenzie umanitarie stanno affrontando difficoltà nell'accedere a Gaza, visto che molti varchi sono chiusi e Israele sta imponendo restrizioni su chi può entrare nella zona.
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