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Carissimi,

stasera alle 20.45 ci incontreremo qui in via Canneto il Lungo, presso la sede  della Caritas Diocesana per la “Serata Balcani”. Era programmata da  tempo, come sapete, ma dopo la giornata di domenica 17 febbraio, in  cui il Parlamento Kosovaro ha dichiarato l’indipendenza molti ci  hanno chiesto notizie, e tutti noi ci siamo preoccupati per quello  che sta accadendo e potrebbe accadere.

Il nostro pensiero è andato subito là, ad Aleksinac, a Banjia Luka, a  Belgrado ed anche al Kosovo a quei volti che abbiamo incontrato e a  quelle amicizie piccole e grandi che abbiamo stabilito in quei luoghi.Ci siamo messi in contatto con alcuni di quegli amici e ora vorremmo 

darvi qualche riscontro personale di quanto sta accadendo oltre ad  alcuni link ad articoli, riflessioni, notizie più di carattere  giornalistico. 

Lunedì scorso abbiamo sentito la cara Ivana, che tutti conoscete: era piuttosto preoccupata perché a Belgrado, dove vive ormai da due anni da quando frequenta l’università, il clima si stava surriscaldando. 

Ad Aleksinac invece tutto appare tranquillo: Goran Zalac, il coordinatore del Centro Caritas è apparso molto disteso. Ad Aleksinac non arriva che una lontana eco di quanto sta accadendo nel vicino Kosovo ed anche a Belgrado. 

Anna e Antonio, i due caschi bianchi della Caritas che attualmente stanno svolgendo il loro servizio rispettivamente a Belgrado (Serbia) e a Pristina (Kosovo), hanno avuto un’idea che abbiamo davvero apprezzato: stanno scrivendo un diario parallelo di quanto si vive e si percepisce nelle due città ormai capitali di due stati separati. Speriamo di inviarvelo entro la prossima settimana.

Fabio Molon, responsabile dell’area Internazionale di Caritas Bolzano e nostro grande e  vecchio amico in quei giorni era proprio in Kosovo e poi a Belgrado. Tra pochi giorni si celebreranno i dieci anni di gemellaggio fra Bolzano e i distretti di Pec e Klina.

Anna Cossetta lo ha intervistato:

Quando sei tornato? Come stanno i tuoi amici albanesi e serbi che vivono in Kosovo?

“Due giorni fa. Ho parlato a lungo con i nostri amici kosovari. La questione della proclamazione dell’indipendenza era prevista da tempo, ma non c’era certo l’entusiasmo del rientro in patria dopo la guerra del 1999. I serbi sono impauriti, questo è sicuro, ma la più grande prova loro l’hanno data proprio nel 2000 quando hanno scelto consapevolemnte di rientrare in Kosovo. Hanno così sancito un senso di appartenenza che non sarà certo la proclamazione di domenica scorsa a ridimensionare.

Perché a tuo parere manca quell’entusiasmo che dovrebbe essere immaginabile da parte della popolazione albanese?

Guardiamo la situazione economica del Kosovo: la disoccupazione è al 70%, la povertà della maggioranza delle persone è tangibile, mentre le mafie (che sono tante e non solo quelle albanesi) hanno acquisito il potere dei traffici e di tutte le ricchezze del paese. Bisognerà quindi passare da uno Stato mafioso di fatto ad uno stato di diritto e non è certo facile. La gente è stanca, povera e delusa e non sarà certo la bandiera, l’inno e il governo a risollevarli da questa situazione.

Dicevi che i serbi sono impauriti ed è comprensibile. La situazione è la stessa nelle aree del nord e nelle enclave lontane dal confine con la Serbia?

Secondo me dobbiamo aspettare ancora per capire cosa sta succedendo. Di certo a Mitrovica (su questa città vi segnalimo questo articolo: http://www.balcanicooperazione.it/article/articleview/9059/1/249) assisteremo all’ennesima eccezione alle regole del diritto internazionale. Nel nord del Kosovo non accetteranno mai di far parte della nuova nazione kosovara, ma a mio parere tutto rimarrà nel limbo. E la comunità internazionale non si metterà certo a risolvere la situazione. Proprio la scorsa settimana ho visto le truppe della KFOR lasciare Mitrovica e questo è un segno tangibile, o almeno tutti lo speriamo, che non si tenterà di imporre lo status quo con la forza. A mio parere tutto resterà in sospeso. nelle enclave serbe situate nel centro e nel sud del Kosovo, quindi lontane dal confine con la Serbia, la situazione è ancora più complicata. Ma ormai il diritto internazionale è stato completamente disatteso e il Kosovo rimarrà uno stato fantoccio, presidiato e gravato da problemi economici consistenti, perché nonostante tutti gli aiuti, gli sforzi e i proclami, là la gente è povera davvero e soprattutto priva di prospettive.

Per saperne di più vi segnaliamo:

http://www.osservatoriobalcani.org/article/frontpage/175
http://www.lemonde.fr/web/chat/0,46-0@2-3214,55-1012064@51-979287,0.html
http://www.guardian.co.uk/world/kosovo
http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/7262134.stm
http://www.balkantimes.com/cocoon/setimes/xhtml/en_GB/homepage/