


Malgrado la pandemia, anche quest'anno il LaborPace Caritas ha potuto coinvolgere alcune scuole genovesi nella 11° edizione della Pace di Corsa, in forma riveduta e corretta per effetto delle norme anti-Covid.
Come noto, in tempi 'normali' l'iniziativa prevede un percorso formativo nelle classi per fare conoscere agli studenti genovesi situazioni di povertà e disagio di loro coetanei nel mondo.
Il percorso si conclude con una corsa non competitiva: ad ogni giro fatto dai ragazzi corrisponde la piccola donazione di un sostenitore - famiglia, amici, commercianti di zona.
Una modalità che, in tutte le 10 edizioni precedenti, ha dimostrato efficacia per la crescita dei ragazzi coinvolti, delle comunità di riferimento, del gruppo classe, oltre che come concreta forma di solidarietà.
A causa della pandemia, quest'anno la corsa è stata sostituita da una Giornata dei canestri, una prova contro il tempo in cui ogni classe, in palestra, era impegnata a realizzare 100 canestri in un'ora. Diversa la forma ma stessa logica di sempre: moltiplicare i canestri per raccogliere la somma che i ragazzi hanno pattuito con i propri sostenitori.
La somma raccolta - 1.600 euro - è stata destinata ai ragazzi di Abrego, nord est della Colombia, sfruttati nelle piantagioni di coca. La loro condizione di vita è stata raccontata agli studenti da Don Rito Alvarez, sacerdote colombiano e parroco a Ventimiglia che, tramite la Fundaciòn Oasis de Amor y paz da lui fondata, dona un'alternativa a quei giovani, grazie ad un complesso progetto di formazione e comunità.
"Pur in forma minore - ricorda Fabrizio Lertora, responsabile del LaborPace - è importante che quest'iniziativa sia proseguita anche in un anno particolare come questo: è un segnale che vogliamo dare ai nostri ragazzi perché guardino al di fuori della propria realtà e si facciano prossimi ad altri giovani come loro, anche se lontani e diversi."
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