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Il contesto del distretto Nišava, dove si inserisce il nostro intervento, è uno di più poveri di tutta la Serbia. Situato nel Sud del Paese, sulla direttrice che da Belgrado porta a Sofia e Istanbul da un lato e Tessalonica e Atene dall’altro.

Il reddito pro capite è uno dei più bassi della Serbia (67,6 rispetto al 100 della media nazionale pari a 10340 dinari all’anno), la disoccupazione si attesta al 55%. Gli occupati su 1000 abitanti sono infatti soltanto 152, con una percentuale di donne sul totale degli occupati del 36%.

Le amministrazioni locali per ora non sono in grado di fornire servizi sociali anche minimi. I più poveri non possono essere aiutati dalla comunità locale e, in questi anni, si è fatto riferimento soltanto agli aiuti internazionali di emergenza. 

Prima della guerra il distretto Nišava era caratterizzato da una forte concentrazione industriale: oltre alla tradizionale industria del tabacco, erano presenti molte imprese nel settore meccanico, tessile, oltre a grandi imprese edili.

 

 

I bombardamenti NATO hanno colpito pesantemente il distretto Nišava. La città di Niš ha vissuto oltre 40 giorni di attacchi. Oltre 300 i missili e 3000 le cluster bomb che hanno colpito le città di Niš e Aleksinac. Bersaglio degli attacchi missilistici l’aeroporto, le industrie pesanti (243 imprese distrutte), le caserme.