Terremoti e maremoti
Sismi, eruzioni vulcaniche e fenomeni di bradisismo sono connessi con la geologia degli strati profondi del nostro pianeta a profondità comprese fra poche decine di metri e alcune centinaia di chilometri. Fenomeni d’estrema violenza hanno colpito da sempre il nostro pianeta. Nel ventesimo secolo si contano oltre 50 sismi di particolare violenza che hanno provocato un milione e mezzo di vittime. Tra questi ricordiamo il terremoto di San Francisco (1906), di Tokyo (1923), in Cina (1975), in Romania (1977), in Turchia (1999) e ancora in Cina (2008).
Terremoti nel contesto nazionale
Il terremoto, per la severità e la globalità del suo impatto, è senza dubbio l’evento di origine naturale più disastroso che caratterizzi il territorio nazionale. L’Italia è, infatti, un paese ad elevata sismicità, per la frequenza degli eventi che hanno interessato il suo territorio e per l’intensità che alcuni di essi hanno storicamente raggiunto, determinando un rilevante impatto sociale ed economico. Alcuni numeri consentono di delineare le dimensioni di ciò che possiamo definire il problema sismico in Italia: 2.500 terremoti con intensità Mercalli maggiore del V grado hanno colpito il nostro territorio nell’ultimo millennio, 200 dei quali distruttivi, 120.000 le vittime nell’ultimo secolo (85.000 delle quali dovute al terremoto di Reggio Calabria e di Messina del 1908), 20 terremoti con intensità superiore od uguale al IX grado MCS dal 1900 ad oggi, un terremoto disastroso in media ogni 4 anni, ed un danno economico, valutato per gli ultimi venticinque anni in circa 75 miliardi di euro (145 mila miliardi delle vecchie lire), impiegati per il ripristino e la ricostruzione post-evento. A ciò si devono aggiungere le conseguenze sul patrimonio storico, artistico, monumentale – importantissimo per un paese come l’Italia – fortemente esposto agli effetti del terremoto. Considerando alcuni dei più recenti e maggiori terremoti avvenuti nel mondo, eventi di energia (magnitudo) equivalente fra di loro hanno determinato vittime e danni molto diversi in funzione delle caratteristiche del patrimonio abitativo (età, tipologia edilizia, uso), distribuzione dei centri abitati e densità di popolazione, vie di comunicazione, presenza e dislocazione dei centri operativi di pronto intervento, attività produttive, industrie a rischio, etc.
In Italia il rapporto tra i danni prodotti dai terremoti e l’energia rilasciata nel corso degli eventi è molto più alto rispetto a quello che si verifica normalmente in altri paesi ad elevata sismicità, quali la California o il Giappone. Ad esempio, il terremoto verificatosi in Umbria e nelle Marche nel 1997, ha prodotto un quadro di danneggiamento (senza tetto: 32 mila, danno economico: 5 miliardi di Euro attualizzabili al 2002) confrontabile con quello della California del 1989 (14.5 miliardi di $ USA), malgrado fosse caratterizzato da un’energia circa 30 volte inferiore. Ciò e dovuto principalmente al fatto che il nostro patrimonio edilizio è caratterizzato da una notevole fragilità, a causa soprattutto della sua vetustà e cioè delle sue caratteristiche tipologiche e costruttive ed dello scadente stato di manutenzione.
Eruzioni vulcaniche
Alcuni vulcani esplodono con violenza anche dopo secoli di sonno, proiettando verso il cielo enormi nuvole di cenere. L’eruzione può comportare la fuoriuscita di lava con uno sviluppo del fenomeno piuttosto lento. Una zona particolarmente turbata da fenomeni geologici dinamici è l’area attorno al golfo di Napoli. Il Vesuvio e la zona Circumvesuviana sono costantemente monitorati attraverso una rete di sensori sempre attivi. Dal mese d’agosto 1999 un apprezzabile aumento della sismicità del Vesuvio ha segnato l’inizio di una sequenza sismica che si è protratta, con maggiore intensità, fino a novembre 1999 e, in misura ridotta, a gennaio 2000. Anche l’Etna, il Vulcano siciliano più attivo e più alto d’Europa è costantemente monitorato attraverso il “Sistema Poseidon” (un dispositivo scaturito dall’intesa tra il Governo nazionale ed il Governo regionale siciliano destinato ad assicurare il monitoraggio sismico della Sicilia Orientale, la ricerca sui precursori dei terremoti e delle eruzioni, la sorveglianza dei vulcani attivi della Sicilia).
Uragani, cicloni tropicali, tifoni
Le aree interessate a questi fenomeni sono prevalentemente le aree oceaniche, con esclusioni dell’Atlantico meridionale e del Pacifico sudorientale. Si conoscono abbastanza bene struttura, meccanismo e comportamento degli uragani, ma non le cause della loro formazione. Nel recente passato diversi uragani hanno devastato intere regioni: l’uragano Katrina negli Stati Uniti (2005), gli uragani El Nino e Mitch, in America centrale (1992).
Siccità
La siccità è un fenomeno che colpisce ampi territori in particolare dell’Africa: quanto avvenuto nel Sahel negli anni novanta per intensità e durata supera tutti gli altri eventi registrati altrove negli ultimi secoli: il periodo di siccità avvenuto dal 1968 al 1973, ha provocato la morte di 150.000 persone per la conseguente carestia. Ancora più catastrofica la siccità nei paesi limitrofi del Sahel del 1983-1984, che ha coinvolto cinque milioni di persone provocando mezzo milione di vittime.